Caso Diciotti, parlano gli avvocati del Ciss: "Denunciare perché non accada più". Confronto aperto alla cittadinanza sul caso della nave Diciotti e sull'esposto che la ong ha presentato alle procure di Palermo e di Agrigento sulal vicenda. Cipolla (Ciss): "C'è un'etica dei diritti umani che non possono essere dimenticati".
PALERMO - Un confronto aperto alla cittadinanza sul caso della nave Diciotti e dell’indagine che ne è scaturita, sollecitata dagli esposti presentati da associazioni e gruppi di cittadini, si è svolto nella Casa della Cooperazione del Ciss. In particolare, proprio la ong CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud), attraverso i suoi legali, ha presentato alle procure di Palermo e di Agrigento un esposto sulla vicenda del trattenimento a bordo nella nave di 177 persone in fuga dalla Libia. Il Ciss da 33 anni ha operato in 45 progetti umanitari internazionali in molti paesi del mondo anche colpiti da guerre civili.
Al dibattito, hanno partecipato gli avvocati Francesco Billetta e Giorgio Bisagna che hanno presentato l'esposto per il Ciss, rappresentanti pure dell’associazione Adduma (Avvocati Dei Diritti UMAni) insieme al presidente del Ciss Sergio Cipolla. La Procura di Palermo ha trasmesso al tribunale del ministri del capoluogo siciliano il fascicolo d'indagine sul caso Diciotti, chiedendo ai giudici di svolgere le indagini preliminari nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini che è stato iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona aggravato. Il tribunale dei ministri ha 90 giorni di tempo per svolgere le indagini sollecitate dalla Procura.
"Il problema di oggi che rende la situazione molto pericolosa e drammatica - dice con forza Sergio Cipolla - è soprattutto l'incrocio tra l'ignoranza (come mancanza di consapevolezza e conoscenza reale dei fatti) e la violazione dei diritti umani: la miscela più esplosiva che esista. Sui fatti assistiamo purtroppo alla continua segmentazione delle notizie molte delle quali manipolate a fini politici. Ricordiamoci che il livello di sofferenza nei centri tremendi della Libia di cui sono portatori i migranti non è per nulla inferiore in molti casi a quello subito dagli ebrei nei campi di concentramento. Crediamo che esista un'etica dei diritti umani che non possono essere certamente dimenticati. La dimensione etica della vicenda Diciotti deve essere commisurata dall'entità della sofferenza e della violazione dei diritti che hanno subito". "Non è più tempo di chiudere gli occhi e di fare finta che non sia successo niente - continua il presidente del Ciss -. La vera sfida è quella che come società civile organizzata ci stiamo trovando al fronte in cui in prima persona, essendo sparito lo Stato di diritto, occorre lottare con tutti gli strumenti per riuscire a tutelare queste persone ".
"In 90 giorni il Tribunale dei Ministri potrebbe disporre l'archiviazione oppure rimettere gli atti al procuratore. Qualora il tribunale dei ministri ritenesse fondate le accuse avverrebbe, infatti, la trasmissione degli atti alla giunta delle autorizzazione a procedere del Senato. Il trattenimento dei 177 migranti in nave è stato assolutamente illegittimo - sottolinea l'avvocato Francesco Billetta -. Dal 14 al 15 agosto i migranti, nelle acque Sar, erano saliti a bordo della Diciotti per poi essere rilasciati a Catania giorno 26 Agosto. A Lampedusa due motovedette avevano fatto scendere soltanto 13 dei 190 migranti. In realtà sappiamo che a bordo è rimasto pure un minore di 14 anni che era stato ferito alle spalle da un colpo di arma da fuoco e aveva anche la mano fratturata da colpi di mazza. Poi c'era anche un altro minore con evidenti problemi di vista perché trattenuto per più di un anno dentro un carcere libico al buio. A Catania tutti gli altri sono stati trattenuti dal 20 al 26 agosto. Non si è capito che soprattutto quando Salvini dice 'riportiamoli in Libia' in questo modo non sta facendo altro che trasgredire uno dei principi fondamentali di diritto internazionale che vieta i respingimenti collettivi in un paese ritenuto non sicuro che non rispetta la convenzione internazionale di Ginevra. La morte del diritto comporta la morte delle persone. Da ciò emerge tutta l'importanza di denunciare l'accaduto perché non accada più. Pertanto ci siamo per dare una testimonianza giuridica e civile significativa. In particolare nell'esposto abbiamo specificato gli aspetti che vanno approfonditi sia di diritto internazionale che di diritto nazionale".
"Nel campo del diritto crediamo che la forma sia anche sostanza cioè l'atto è in se stesso già sostanza sia giuridica che politica - continua l'avvocato Giorgio Bisagna -. Ci stiamo avvalendo di uno strumento normativo previsto dal codice di procedura penale che assegna determinati diritti e facoltà alle persone offese dal reato. Queste ultime possono, se ci dovesse essere un dibattimento in quanto parti civili, presentare memorie e testimonianze. L'articolo 90 del codice definisce l'ambito di applicazione dei diritti delle persone offese, mentre il 91 equipara invece alle persone offese anche le associazioni e gli enti esponenziali. Del reato di sequestro di persona sono stati lesi i migranti ma anche il Ciss perché la sua attività mira alla tutela fondamentale dei migranti nel rispetto dei diritti umani e dei diritti civili in Italia ma soprattutto in quel Sud del mondo da cui queste persone provengono".
"Le procedure operative standard che riguardano il soccorso e salvataggio in mare (Sar) aggiunge ancora Bisagna - sono regolate sia da convenzioni internazionali che da procedure interne. Queste prevedono la sinergia fra la guardia costiera che dipende dal ministero delle Infrastrutture e il Ministero dell'Interno attraverso il dipartimento della pubblica sicurezza e il dipartimento delle libertà civili e dell'immigrazione. In questo caso la guardia costiera ha fatto tutto quello che rientrava nelle sue competenze. Il paradosso della vicenda è che è stato fatto un soccorso in mare 'legittimo e doveroso' di persone in stato di fragilità e pericolo ma non appena si è arrivati in acque italiane, è stato negato l'attracco al porto. E' grave, avere impedito lo sbarco con una sorta di 'congelamento illegittimo' dell'operazione per parecchi giorni a danno di persone che avevano bisogno di aiuto immediato. Inoltre, un’altra cosa da accertare è quella di capire che cosa sia avvenuto nella catena di comando che è stata completamente scavalcata sul piano delle normali procedure operative attenendosi soltanto ad ordini verbali del ministro dell'Interno. Pertanto siamo davanti ad una condotta politica che si è tradotta in una condotta operativa di tipo arbitrario che è stata evidentemente supportata e rafforzata pure da altri soggetti del governo che hanno recepito passivamente". (articolo a firma di Serena Termini)